Non è certamente il primo selfie della storia (per quello si può risalire alla fine dell’800) e neanche il primo ad averlo chiamato così (l’onore, se tale possiamo consideralo, pare spetti a un australiano). Tuttavia dimostra che il chitarrista dei Beatles è stato decisamente un uomo avanti rispetto al suo tempo.
Nel 1966 George Harrison, in viaggio in india con la moglie Pattie per imparare a suonare il Sitar dal maestro Ravi Shankar, e per le lezioni di yoga di coppia che facevano parte del “pellegrinaggio in Oriente” tanto in voga a partire da quegli anni, aveva deciso di portare una macchina fotografica e una cinepresa 8mm.
Ci sono moltissime immagini che documentano quel periodo in cui la coppia era all’hotel Taj Mahal di Bombay (oggi Mumbai), ma alcune sono particolarmente curiose. Sono quelle infatti in cui Harrison decide di scattarsi delle immagini in primissimo piano con sullo sfondo delle vedute caratteristiche o particolari. Immagini fortemente distorte ai bordi, con una bordatura molto marcata e una deformazione ottica che i fish eye moderni non hanno più. Probabilmente Harrison utilizzava uno dei primi obiettivi a occhio di pesce prodotto da Nikon proprio a partire da quell’anno, il Nikkor 7.5mm f/5.6.
L’obiettivo per essere operato con le prime reflex della serie F di Nikon (F, F2, F3, F4 e F5) richiedeva un aggiuntivo ottico esterno (che utilizzava un aggancio proprietario) e di avere lo specchio bloccato in posizione rialzata per non interferire con il lunghissimo elemento posteriore che protrudeva abbondantemente all’interno del corpo della macchina. Questo modello di lente è stato prodotto in basse quantità, circa 2500 esemplari. La successiva versione di fish-eye prodotta da Nikon a partire dal 1970 con apertura 8mm e f/2.8 è stata in commercio fino al 1997 per un totale di circa 10mila esemplari.