La competizione sulla fascia low cost del mercato smartphone sta mietendo molte vittime, decimando in particolare la forza lavoro dei brand più conosciuti del settore. Secondo i calcoli di Quartz, da inizio 2015 il volume di licenziamenti dovuti al mutamento del mercato ha raggiunto e superato le 15 mila unità, cifra che potrebbe ulteriormente ingigantirsi entro la fine dell’anno. Ecco nello specifico qui di seguito le aziende che hanno annunciato cospicui licenziamenti.
- HTC: l’azienda di Taiwan, dopo l’ultimo disastroso trimestre fiscale e il crollo delle sue azioni in borse, ha annunciato il licenziamento del 15 per cento della sua forza lavoro, circa 2.000 operai.
- Lenovo: è pari a 3.200 dipendenti la forza lavoro che Lenovo lascerà a casa. Tutto a causa di un calo del 51 per cento dei profitti rispetto allo scorso anno e un calo delle vendite anche dei dispositivi Motorola.
- Microsoft/Nokia: lo scorso luglio Microsoft ha annunciato che avrebbe licenziato circa 7.600 persone confluite nell’azienda a seguito dell’acquisizione di Nokia. La vendita di dispositivi non rappresenta più una priorità per l’azienda a quasi 8.000 persone potrebbero restare a casa.
- Sony: Sony aveva annunciato lo scorso febbraio il licenziamento di circa 2.100 persone, per far fronte alle ingenti perdite della divisione mobile, praticamente decuplicate rispetto all’anno precedente.
- Blackberry: anche la ex RIM ha annunciato licenziamenti presso la sua forza lavoro anche se non ha rilasciato cifra specifiche sulla quantità di dipendente futuri disoccupati.
I motivi di questi licenziamenti sono dovuti principalmente alla crescita e al successo dei nuovi brand cinesi, come Xiaomi, Meizu, OnePlus, Oppo, o indiani, come Micromax, che si presentano sul mercato con dispositivi Android dai prezzi decisamente competitivi rispetto ai grandi brand, conquistando quote di mercato un tempo presiedute dalle aziende storiche, ora in crisi. In questo processo assorbono anche molti dei dipendenti fuoriusciti dalle ondate di licenziamenti trovano infatti casa presso queste nuova realtà. Ad esempio in Xiaomi, la cui forza lavoro è cresciuta passando da 1500 dipendenti nel 2012 agli oltre 5000 di quest’anno.