L’obsolescenza digitale è il termine con il quale si fa riferimento all’impossibilità di accedere o interagire con supporti o formati non più supportati, sfruttati in origine per l’archiviazione di determinate risorse.
È un problema di cui sentiremo sempre più spesso parlare in futuro, non solo per il naturale degrado fisico di determinati supporti informatici ma anche per il mancato supporto a formati abbandonati per la loro arretratezza tecnologica (rispetto a tecnologie arrivate dopo, maggiormente performanti/accessibili).
Un esempio lampante in questi giorni del ventennale dell’attacco terroristico che l’11 settembre 200 distrusse le Torri Gemelle di New York, arriva dalla CNN, evidenziando l’impossibilità di accedere a “iconico” e storico materiale con la copertura mediatica dell’epoca, per colpa del Flash Player di Adobe.
Adobe ha deciso di terminare il supporto di Flash Player alla fine del 2020, incoraggiando i creatori di contenuti a effettuare la migrazione dei contenuti Flash esistenti a nuovi formati aperti quali HTML5, WebGL e WebAssembly.
Il plug-in con il Flash Player che consentiva di creare o utilizzare animazioni vettoriali principalmente per il web (e fonte infinita di vulnerabilità e problemi vari), non è più supportato da nessun browser moderno e non è dunque più possibile visualizzare varie tipologie di documenti storici da siti come The Washington Post, ABC News e CNN.
In articoli e resoconti vari dell’epoca erano presenti animazioni dell’accaduto, comprese testimonianze a caldo di sopravvissuti, immagini e altri materiali che ora non sono più accessibili.
Dan Pacheco, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e presidente di una cattedra che si occupa di innovazione nel giornalismo presso la Newhouse School della Syracuse University, evidenzia la questione, segnalando come anche suoi scritti di fine anni ’90 per il Post e poi per America Online, siano scomparsi, problema che definisce “il cimitero di internet”: tutto ciò che non è testo o una immagine statica è destinato a marcire e morire con l’arrivo di nuovi metodi di distribuzione dei contenuti.
“Mi sembra che internet stia marcendo ad un ritmo ancora più veloce e, ironia della sorte, avviene a causa delle innovazioni, cosa che non dovrebbe accadere”.