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10 anni di Mac OS X: ripercorriamoli con Macitynet

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Cominciamo il nostro percorso con un volto noto ai Mac user di vecchia data per una serie di motivi: Alessandro Pisani è stato, insieme a chi scrive, tra i primissimi italiani (gli altri erano Martino Limido e Federico Giacanelli) ad installare sul proprio portatile la primissima beta di Mac OS X a pochi minuti dalla presentazione di Steve Jobs all’Expo di Parigi di metà Settembre 2000 (si veda questa pagina con la cronaca dell’evento).

Alessandro è l’homme herieux, l’uomo orgoglioso che fa capolino dietro la grande “X” in stile “Aqua” che campeggia sulla minuscola scatola in cartone e che in questi anni ha, per lavoro e per passione accompagnato la crescita di Mac OS X fino a quel che è diventato oggi: è stato fan accanito nel gruppo del POC, dipendente Apple per il settore education e infine è diventato rivenditore Apple nella sua città: Cremona.

10 anni di Mac OSIncontriamo Alessandro a 10 anni di distanza davanti alla sua scrivania di “Finder” in via XX a Cremona, un punto vendita che si distingue nel panorama lombardo per l’attenzione che dedica al settore professionale….

– Alessandro hai praticamente percorso tutte le tappe da sogno di un appassionato della mela: da fan a dipendente Apple ad imprenditore in proprio sempre a contatto con Mac e tutto il suo mondo. In che modo è iniziato il tuo rapporto con i Mac e che Mac usi in qusto momento?

E’ cominciato tutto quasi per caso nel 1991 quando, su consiglio di un mio amico, ho deciso di acquistare un bellissimo PowerBook 100: il mio amico doveva acquistare un portatile per l’università, ed era rimasto folgorato dal PowerBook 100, mi aveva quindi chiesto di accompagnarlo per l’acquisto,  ma una volta in negozio sono rimasto stregato da quel piccolo capolavoro (vi inviterei a comparare qualsiasi altro portatile PC dell’epoca con il PowerBook 100, come design ma soprattutto come sistema operativo) e siamo usciti con due PowerBook 100.

Attualmente utilizzo un MacBook Pro 15″ Unibody con schermo opaco.

– Cosa rappresentava per te Mac OS X Beta in quei giorni speciali di Parigi?

Rappresentava un salto nel buio: noi utenti Apple, abituati da anni ai vari system 7, 8 e 9, alla Cartella Sistema, alle Estensioni che si potevano caricare tutte o in parte tramite il pannello di controllo Gestione Estensioni, abituati insomma ad un sistema che per anni aveva assicurato un’avanguardia tecnologica rispetto a Windows, non potevamo capire cosa avrebbe significato Mac OS X.

C’era una grande euforia, Apple credeva molto in questa transizione ed aveva preparato il Keynote a Parigi nei minimi particolari, riuscendo a trasmettere ai presenti la stessa carica: Steve Jobs, splendido animale da palcoscenico, aveva letteralmente infiammato la platea, solo chi era presente può capire quel che dico…

Dopo il Keynote ci siamo precipitati in sala stampa per installare subito la beta, un nuovo mondo si apriva, cominciava la nuova era Apple, una scommessa totale sul futuro di Apple, una scommessa del visionario Steve Jobs.

– Ricordi le polemiche di quei primi mesi e la sfiducia degli utenti di Mac OS 9 che vedevano Mac OS X come un esperimento destinato a non avere futuro?

Certo che la ricordo, anche perché il system 9.2 era un sistema stabile, evoluto e completo, che consentiva all’utente di lavorare in modo professionale e senza problemi, ma Apple aveva capito che ormai eravamo al capolinea, non era possibile farlo evolvere ulteriormente, era necessario cambiare radicalmente le basi del system, e per farlo Apple utilizzò come base NeXTSTEP, il sistema operativo portato in dote da Steve Jobs nel 1996 al suo rientro in Apple: ricordiamo che Jobs nel 1985, dopo essere stato cacciato da Apple, creò NeXT Computer , società che venne poi appunto acquisita da Apple nel 1996 e che consentì il rientro di Jobs in Apple.

Le polemiche dei primi mesi erano tra l’altro motivate da diverse luci ed ombre: all’introduzione del multitasking, concetto che oggi ci sembra scontato ma non lo era affatto nel 2000, facevano da contraltare diverse lacune come l’impossibilità di masterizzare o di vedere i DVD, ma cosa più importante la maggio r parte delle software house non credevano nel nuovo sistema operativo, quindi le versioni native per Mac OS X non arrivavano; come non ricordare, tra i tanti, Quark Xpress, allora unico programma di impaginazione, che non voleva sentire ragioni circa il porting su Mac OS X?

Era la resistenza di una base di utenti che dal 1984 utilizzavano un system che aveva sancito la leadership tecnologica di Apple.

– In questi anni hai proposto il Mac e il suo sistema operativo prima nell’ambito educativo/istituzionale e poi in quello professionale: come lo hai visto crescere e quali sono stati i punti di forza per cui lo hai proposto?

Devo dire che bisogna riconoscere ad Apple una grande caparbietà nel comunicare e promuovere il nuovo sistema operativo: la fine degli anni ’90 era caratterizzata per le quotidiane notizie dell’imminente fallimento di Apple, é quindi straordinario, oggi, vedere quello che Jobs é stato in grado di fare.

Purtroppo l’ambito education Apple in quegli anni era stato letteralmente massacrato in Italia da politiche governative che avevano di fatto tagliato fuori completamente tutto ciò che non era IBM compatibile (nota di colore: come mi fa tenerezza utilizzare questo termine dopo diversi anni, é come un flashback…), anche (solo?) per favorire l’italica Olivetti: le poche installazioni Apple erano quindi rimaste grazie a professori Mac-aficionados che resistevano strenuamente, e in quei casi si parlava di vere e proprie eccellenze tecnologiche (mi ricordo il CNR di Pisa, l’università di Lecce, l’università di Bari, la Bicocca, lo IED e il S. Raffaele a Milano).

I punti di forza erano tutte le tecnologie dedicate al mondo education che il sistema operativo Apple portava in dote come la possibilità di creare aule informatiche con un server e i client che vi accedevano per caricare le impostazioni dei vari utenti (con enormi vantaggi per gli amministratori di sistema), una predilezione per il mutimediale al cui confronto Windows impallidiva, oltre all’enorme vantaggio di non prender i virus, ma sarebbe veramente riduttivo fare una lista dei vantaggi del sistema operativo Apple, sicuramente mi dimenticherei qualcosa…

La crescita é stata lenta ma costante, grazie anche ad un team education estremamente focalizzato, e colgo l’occasione per ricordare i miei colleghi Riccardo Salafia, Michele Corbino e Fabrizio Rimoldi, che ringrazio ancora per tutto ciò che mi hanno insegnato sul piano lavorativo ma soprattutto umano, ed un ricordo particolare va a Michele Corbino (chi l’ha conosciuto sa cosa voglio dire).

Alessandro Pisani

– E’ cambiato l’approccio con cui i nuovi utenti si avvicinano a Mac OS X quando entrano in negozio?

E’ cambiato molto: grazie a diversi fattori come l’effetto halo (un prodotto tira l’altro) legato all’iPod prima e all’iPhone poi e al passaparola di utenti soddisfatti, sempre più persone vogliono passare a Mac, stufe di Windows e di tutto ciò che si porta dietro.

Mettiamoci anche il design e la bellezza dei computer Apple, arriviamo ad un mix perfetto che rende il Mac un prodotto desiderato direi da tutti, che oggi come oggi non presenta barriere allo switch.

– Quale ritieni sia stato il miglior veicolo di promozione per far crescere Mac OS X nelle preferenze del pubblico? La qualità intrinseca? iPod e iPhone? Il marchio di per se?

Come ho detto prima, Jobs ha fatto leva su diverse componenti emozionali e tecnologiche che rendono oggi i prodotti Apple i leader per appeal, come dicevo spesso quando ero in giro per l’Italia a promuovere il Mac nell’ambito education, ciò che fa la differenza é la user experience e il digital lifestyle, due termini che possono essere facilmente tradotti con il concetto di utilizzo estremamente gratificante dei contenuti digitali che dagli inizi del 2000 hanno preso sempre più piede (editing video, mp3, fotografia digitale).

– Quali sono i settori più ostici alla penetrazione di Mac OS X nel mercato in cui operi?

Direi la pubblica amministrazione, il mondo enterprise e fino ad oggi, in parte, il mondo degli architetti (ma con il recente ritorno di Autocad su Mac le cose dovrebbe cambiare).

– Macchine e OS: quale lato dell’offerta Apple è più limitante a chi propone ad un pubblico dalle esigenze sempre più varie?

Direi solo la fascia bassa del mercato, quella dei prodotti low-cost dove i clienti non premiano qualità costruttiva e materiali impiegati.

– Quanto è contato l’arrivo di Snow Leopard inteso come un sistema “evoluzionario” a basso costo nella percezione degli utenti di lungo corso di avere finalmente un OS stabile e sicuro?

Direi che é stato l’ultimo step di un lungo processo evolutivo partito appunto nel lontano settembre del 2000: solo chi parte dalla beta può capire tutto ciò che é stato fatto in questi anni. Oggi abbiamo un sistema moderno, stabile ed estremamente gratificante nell’uso.

– Adesso è il turno di Lion: con le novità annuciate pensi che Apple sarà in grado di attrarre nuovi utenti e consolidare la fedeltà di quelli attuali?

Direi di sì, anche perché la sensazione che fornisce Apple negli ultimi anni é di un’estrema attenzione nei confronti dell’utente nell’assecondare le sue esigenze: Apple non rilascia un nuovo sistema operativo per marketing, ma perché vuole soddisfare esigenze o addirittura introdurre ex-novo nuove caratteristiche rivoluzionarie, prova ne é l’annunciato Mac OS X 10.7 che ha fatto tesoro di quanto introdotto con iOS e porterà alcune caratteristiche del sistema mobile sui propri computer, sempre fedele al motto “easy to use”.

– Da utente Mac di lunghissima data e da rivenditore coinvolto in pieno anche nel settore “mobile” di Apple come valuti la preponderanza che ha questo ambito della produzione di Cupertino rispetto a quella più tradizionale? 

Molti utenti Apple storcono il naso perché per loro Apple é ancora e solo la ditta che ha inventato il desktop publishing, in realtà Apple é la società che maggiormente si é evoluta mantenendo un legame col passato: ha inventato l’iPod prima e l’iPhone poi, ma produce tutt’ora le workstation più performanti al mondo; tenendo a mente questi due aspetti, non possiamo che plaudere allo sforzo che ha fatto in questi ultimi 10 anni per portare avanti con eccellenze tecnologiche aspetti così diversi tra loro.

Io vedo un punto di forza la sinergia tra questi diversi aspetti, non avere le idee confuse…. e ora, come ha detto Steve Jobs, “back to Mac” !

 

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