Nel Sud della Cina circa 1.000 operai hanno scioperato martedì 22 novembre per protestare contro le condizioni di lavoro estenuanti presso uno stabilimento di proprietà di Jingyuan Computer Group, società taiwanese che fornisce componentistica e tastiere ad Apple e IBM. Da quanto si apprende da Associated Foreign Press gli operai hanno abbandonato lo stabilimento di Shenzhen per protestare, andando a occupare un autostrada nelle vicinanze: sono intervenute le forze di polizia, alcuni gruppi anche in tenuta anti-sommossa.
Secondo le associazioni di tutela dei lavoratori, tra cui la China Labour Watch gli operai erano costretti a turni massacranti di straordinari che potevano arrivare a contare da 100 fino a 120 ore al mese: nell’impianto si registrava un alto tasso di incidenti sul lavoro, licenziamenti di massa degli operai più anziani e frequenti abusi verbali da parte dei dirigenti. Gli operai hanno deciso di interrompere lo sciopero quando la società ha promesso di ridurre gli straordinari. Lo sciopero di Shenzhen presso Jingyuan Computer Group non è l’unico: nei giorni precedenti 400 operaie hanno interrotto la produzione in uno stabilimento di reggiseni, oltre 7.000 persone hanno scioperato in Dongguan in una fabbrica che procude scarpe per New Balance, Adidas e Nike per protestare contro licenziamenti e tagli di stipendio.