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“La scorsa settimana, Apple ha speso 82 minuti svelando una nuova applicazione, uno schermo per computer realizzato da un’altra società, e tre computer portatili con lo stesso nome”. Con queste parole si apre un articolo di Mike Murphy su Quartz, nel quale l’autore si interroga sul come Steve Jobs avrebbe percepito quello che è diventata oggi l’azienda che ha contribuito a fondare.
Secondo Murphy, oggi Steve Jobs sarebbe poco felice di quello che Apple è diventata e per dimostrare questa sua idea chiama in causa Steve Jobs stesso ed una sua intervista rilasciata probabilmente quando Jobs era in NeXT, prima che rientrasse ai vertici di Apple. Nel video – disponibile qui di seguito – Jobs spiega perché alcune aziende grandi in passato (come per esempio Xerox e IBM) sono poi decadute. Per farla breve, secondo Jobs il problema emerge quando un’azienda diventa “dominante” o “monopolista”: gli “uomini di prodotto” vengono messi da parte e sostituiti dai venditori o dagli uomini di marketing e l’azienda stessa, ormai leader di settore, non ha più interesse a realizzare prodotti innovativi e di successo, è interessata solo a vendere e “le aziende dimenticano che cosa significa fare grandi prodotti”.
In questo contesto, Apple non è certo monopolista nel settore, ma se si considera la fascia premium del mercato smartphone sicuramente lo è, essendo l’unica azienda di settore capace di vendere decine di milioni di smartphone di fascia alta ogni mese, nonostante abbia prezzi lontani dall’essere abbordabili. In quanto leader, Apple si sarebbe quindi “seduta sugli allori”. Da qui, le critiche rivolte alle ultime novità presentate agli ultimi eventi della Mela, che, sempre secondo Murphy: “Non erano esattamente le principali revisioni che molti speravano, e l'[ultimo]evento arriva non molto tempo dopo che la società ha rilasciato un nuovo iPhone che sembra molto simile a gli ultimi due modelli, e dove le sue altre innovazioni degne di nota negli ultimi tempi sono state realizzare i suoi prodotti in diverse dimensioni e far piovere un mare di dongle sul mondo”.
La tesi è che la Apple di oggi sia dunque solo una Apple interessata a vendere e non più ad innovare; è la Apple del “contabile” Tim Cook o del “marketer” Phil Schiller, e non più quella del “visionario” Steve Jobs. Non è la prima volta che si sentono critiche di questo genere: giusto recentemente Tim Cook è stato paragonato a Steve Ballmer mentre sono in molti a pensare che Apple non sia più stata in grado di lanciare prodotti davvero innovativi dopo la scomparsa del suo iCeo.
iPhone è – esteticamente – uguale a sa stesso da tre generazioni; iPad vende sempre meno; Apple Watch per quanto buono, è ben lontano dall’essere un successo come lo furono iPod e iPhone; infine, la linea Mac ha messo da parte le esigenze più squisitamente professionali per concentrarsi su funzionalità (come la barra touch) che non hanno fatto gridare al miracolo e che molti utenti avrebbero preferito sostituire con specifiche più all’avanguardia e con prezzi più competitivi. Qui di seguito la brevissima intervista a Steve Jobs che ha ispirato l’articolo di Murphy. La speranza è che questa volta Jobs si sbagliasse.
steve jobs talking about what happens when the marketing/sales people take over from a ‘product’ founder is… eerie pic.twitter.com/LQgpaZ6OyU
— Owen Williams⚡️ (@ow) 29 ottobre 2016