10 milioni di iPod. Questo quanto secondo UBS Warburg Apple potrebbe essere riuscita a vendere nel trimestre concluso a fine settembre.
La previsione è contenuta in un nuovo documento distribuito ai suoi clienti dalla socità di analisi finanziarie che risulta estremamente ottimistico sia sull’impatto avuto da iPod nano che sul perdurare dell’effetto traino che il player sta avendo sull’intera offerta di Apple.
Secondo Ben Reitzes, Jeff Brickman e Arun Sharma, i tre analisti che hanno materialmente steso il rapporto, le ipotesi più attendibili di vendita si possono assestare intorno a 8,3 milioni di pezzi venduti ma non si può escludere che Apple possa toccare i 10 milioni di pezzi. Il traguardo sarebbe il limite massimo, la soglia potenziale determinata dallo sforzo del marketing e dall’output delle linee di assemblaggio. Stante la pubblicità ottenuta con il lancio del lettore flash questo livello non sarebbe impossibile da raggiungere.
Apple, secondo UBS Warburg, starebbe vendendo al di sopra della media del mercato anche nel campo dei PC. L’incremento per l’ultimo quarto fiscale dell’anno potrebbe toccare, mantenendo una previsione conservativa, il +41%; per il primo quarto del 2006 l’aumento potrebbe essere del 28%. A determinare l’incremento delle vendite, almeno in parte, l’effetto moltiplicatore di iPod.
Il digitale al 6% del fatturato musicale
Le vendite di CD calano ancora ma la musica digitale cresce fino a quasi cancellare le perdite del settore. I download salveranno il mercato della discografia?
Meno vendite di CD, più vendite di musica digitale. A confermare la sensazione che il trend che sta trasformando l’universo delle canzoni è in piena corsa e non accenna a fermarsi è la International Federation of the Phonographic Industry (IFPI). In un documento rilasciato ad inizio settimana l’associazione internazionale dei discografici ha stimato il fatturato dei download in 790 milioni di dollari per i primi sei mesi, il triplo di quello che era stato raccolto lo scorso anno (220 milioni di dollari).
Secondo la IFPI il successo della musica digitale è dovuta all’incremento d’uso della larga banda, all’interesse per i cellulari di terza generazione e ai player musicali. Anche se nel computo pesano in maniera significativa le suonerie, l’associazione evidenzia l’interesse specifico per le canzoni vere e proprie, mercato di cui è protagonista iTunes. Il numero di brani singoli è cresciuto fino ad arrivare nei soli USA a 159 milioni in un trimestre, quando lo scorso anno erano poco più di 50 milioni. Il secondo e il terzo mercato mondiale sono l’Inghilterra (10 milioni, un incremento di 10 volte rispetto allo scorso anno) e Germania (8,5 milioni, l’anno passato erano solo un milione)
Grazie alla crescita dell’universo digitale il calo del fatturato del comparto che continua ormai da diverso tempo è stato limitato a 200 milioni di dollari. In assenza dell’apporto della musica digitale il calo sarebbe stato molto più sensibile. Basti pensare che le vendite di musica su supporto fisico hanno perso il 6,3% del fatturato rispetto allo scorso anno.
L’IFPI, nel comunicare le cifre della musica digitale, ammette che il business, allo stato attuale delle cose ha ormai assunto proporzioni molto rilevanti e ora rappresenta il 6% del fatturato complessivo del comparto.