Il processore A7 non è prodotto da Samsung. Il sospetto, nato fin dalle prime ore, che la componente chiave di iPhone 5s non sia, al contrario di tutte le precedenti, costruita dalla rivale di Apple, cui Cupertino è stata sempre, volente o nolente, legata soprattutto per la sua capacità produttiva in fatto semiconduttori, si sta facendo più solido e concreto. Alcuni elementi, anche tecnici, di un certo spessore vengono sottolineati da Seeking Alpha che cita una fonte autorevole, come Chipworks, una società specializzata in analisi del mercato dei semiconduttori.
L’indizio principale deriva dal numero di transistor collocati nei 102 millimetri quadrati del processore. Allo stato attuale della tecnologia le foundries di Samsung non sono in grado di produrre nulla del genere visto che sono ancora ferme ad un processo costruttivo da 28 nanometri. Per raggiungere il traguardo sarebbe necessario avere un processo da 20 nanometri o almeno da 22 nanometri.
Un secondo elemento che suscita sospetti è la promessa da parte di Samsung di rilasciare a breve, ma non subito, cellulari con processori a 64-bit come l’A7. L’affermazione giunta solo dopo la descrizione da parte di Apple del primo cellulare con processore 64-bit era palesemente dettata dalla necessità di non restare indietro rispetto alla rivale, più che da un piano preordinato. Pare piuttosto improbabile che se Samsung fosse, come sarebbe stato logico se avesse essa prodotto l’A7, al corrente di quel che stava facendo Apple nei suoi stabilimenti, si sia lasciata prendere alla sprovvista su questo aspetto lanciando una fumosa promessa collocandola sulla scia di un annuncio concreto di Apple.
Seeking Alpha sottolinea anche il fatto che nel giorno stesso dell’annuncio di iPhone 5s, Samsung ha presentato nuovi processori della serie Octa in un lancio che era un chiaro tentativo di rubare la scena ad Apple. Se l’A7 fosse davvero prodotto da Samsung non si sarebbe trattato di una buona mossa.
Infine c’è anche un altro indizio apparentemente molto concreto. I processori visti dalla summenzionata Chipworks hanno un codice che non sembra essere riferito allo stabilimento di Samsung.
Ma allora, se, come pare probabiole, non è Samsung ad avere avuto l’incarico di costruire l’A7, chi ha prodotto i processori? Può essere stata TSMC che secondo qualcuno avrebbe in effetti già in tasca un contratto per la produzione dei processori di prossima generazione? Secondo Chipworks è improbabile, perché se è vero che l’azienda taiwanese sta per attivare linee di produzione a 20 nanometri, queste non saranno in grado di sfornare i volumi richiesti da Apple che ad inizio 2014.
Esclusa TSMC non resta che una sola azienda al mondo in grado di produrre gli A7: Intel.
L’azienda di Santa Clara in effetti con i Sandy Bridge ha dimostrato di poter raggiungere 1,4 miliardi di transistor su una superficie di 160 millimetri quadrati, per arrivare ad un miliardo sarebbero necessari alcuni affinamenti come un non precisato “impacchettamento manuale” che permetterebbe di creare processori simili quelli che Apple profila sul suo sito.
La voce su una Intel pronta ad assumere la commessa per la produzione di processori della serie A non è nuova. Già alla fine dell’inverno si era parlato di una simile prospettiva, anche se l’ipotesi ruotava intorno ad una Intel impegnata solo un lotto dei processori di nuova generazione, con gli altri affidati a TSMC e a Samsung. Apple a questo punto potrebbe avere deciso di affidare ad Intel le prime commesse e con esse costruire la prima ondata di iPhone 5s. In una fase successiva quando TSMC sarà pronta con le sue linee da 20 nanometri, potrebbe passare alla società di Taiwan un’altra parte di commsse, magari lasciando a Samsung l’incarico di subentrare solo più avanti, nella seconda fase del ciclo di vita di iPhone 5s. In questo modo non solo Cupertino avrebbe più fornitori su un prodotto strategico, ma avrebbe ottenuto un vantaggio strategico anche in termini di riservatezza visto che Samsung non vedrà i chip della concorrente che quando questi saranno disponibili sul mercato da mesi, conquistando un vantaggio competitivo che la Mela non avrebbe avuto se fosse stata costretta a far costruire gli A7 durante l’estate.